Il pupu cu l’ovu, ossia “pupazzo con l’uovo”, è un biscotto del periodo pasquale tipico di Palermo. Di antichissima tradizione contadina, ma oggi in netto declino, il pupu cu l’ovu si trova anche nel resto della Sicilia sotto forme e nomi diversi. Nel trapanese lo si chiama campanaru poiché ha una forma a campana, nel catanese cuddura cu l’ova per la forma circolare e in altre zone panareddu (panierino), palummedda (colombella) e aceddu cu l’ovu (uccello con l’uovo). Una versione a forma di cuore veniva preparata dalle ragazze per i fidanzati, a dimostrazione del loro amore. Ad accomunare le varie versioni del pupu cu l’ovu è la presenza costante di un uovo sodo, simbolo della vita e della rinascita, che viene fissato nella pasta frolla solitamente con tutto il guscio.
Impastare su di una spianatoia la farina, setacciata, con lo zucchero, lo strutto tagliato a pezzetti, le uova, la vanillina e il lievito, aggiungendo via via il latte a filo fino a ottenere un impasto liscio e consistente. Formare una palla con la pasta, avvolgerla in una pellicola e lasciarla riposare in frigorifero per almeno 60 minuti.
Trascorso questo tempo, dividere la pasta in sei porzioni e con il mattarello stendere ciascuna porzione in una sfoglia dello spessore di 7-10 mm. Dare alle sfoglie la forma di agnellini, colombe, campane, fiori, cuori, cesti o pupi e fissare un uovo sodo su ogni sfoglia con due striscioline di pasta disposte a croce.
Disporre i pupi su una teglia rivestita con carta da forno e, dopo averli spennellati con del latte o uovo sbattuto e cosparsi di zuccherini colorati, cuocerli in forno preriscaldato a 180 °C fino a doratura (20-30 minuti).
Il pupu cu l'ovu si serve a temperatura ambiente.