L’agnello pasquale è un dolce di pasta di pistacchio ricoperta di pasta di mandorle tipico del comune agrigentino di Favara. Non va quindi confuso con la pecorella pasquale, fatta di sola pasta di mandorle, con la quale condivide la stessa sorte al termine dei pranzi di Pasqua siciliani.
La più antica ricetta dell’agnello pasquale su carta giunta a noi porta la data del 1898 ed è appartenuta ad una ricca famiglia della borghesia agraria e solfifera di Favara. Tuttavia, sembra che a inventare questo dolce siano state le suore del Collegio di Maria del quartiere “Batia” di Favara molto tempo prima del 1898 e che i favaresi provassero poco interesse per questo dolce, preferendogli di gran lunga i cannoli e i cialdoni.
Quale che sia la storia, sta di fatto che, se un tempo l’agnello pasquale non solleticava molto i palati favaresi, oggi è invece un vero e proprio simbolo di Favara.
Sbollentare e sbucciare le mandorle e i pistacchi. Quando entrambi gli ingredienti si saranno raffreddati, macinarli separatamente fino a ottenere delle farine fini.
Fare bollire in un tegame 700 g di zucchero a velo e 250 ml d’acqua. Quindi togliere lo sciroppo dalla fiamma, aggiungervi il trito di mandorle e impastare il tutto fino a ottenere una pasta liscia ed omogenea. Seguire lo stesso procedimento per il trito di pistacchi.
Inserire nello stampo dell'agnello pasquale una parte della pasta di mandorle fredda e pressarla lungo tutte le pareti dello stampo per uno spessore di circa 1 cm, così da formare quella che sarà la parte dell'agnello visibile all'occhio. Dopodiché riempire la cavità rimanente dello stampo con tutta la pasta di pistacchio e, infine, sigillare con una sfoglia fatta con la porzione di pasta di mandorle rimasta. Lasciare che il dolce si indurisca un po' all'interno dello stampo e poi estrarlo con cura.
L'agnello pasquale di Favara si può servire così com'è (magari decorandolo con un fiocchetto o un campanellino al collo e uno stendardo piantato sul dorso) oppure lo si può arricchire ancora di più, guarnendolo in base al proprio estro. Per creare, ad esempio, il manto di lana dell'agnello si può fare ricorso agli stessi colori alimentari che si usano per dipingere la frutta di Martorana oppure a del fondente di zucchero e qualche perlina argentata da spargere qua e là sul manto o, ancora, lo si può creare in maniera ancora più elegante modellandolo con una sac à poche contenente un po' di pasta di mandorla ammorbidita con acqua.
Leggi anche la ricetta delle olivette di Sant'Agata